Finirai per trovarla la via, se prima hai il coraggio di perderti... T. Terzani

Cittadino giapponese starter kit

Benvenuti in Giappone!

Quello vero, non quello dei turisti, che vedono un paese e se ne innamorano perché unico ed incomparabile a nessun altro.

Quello che ti lascia a bocca aperta per quanto sia efficiente per molte cose ed allo stesso tempo per quanto sia chiuso ed inefficace per molte altre.

E’ il sistema Giappone, quello con cui mi sono dovuto scontrare per iniziare la mia nuova vita a Tokyo: prima di fare qualsiasi cosa qui è bene mettere da parte le esperienze vissute in qualunque altro paese e partire da zero, senza cercare di capire perché si faccia questo o quello, ma facendo semplicemente quello che c’è da fare perché VA FATTO; è così che ragionano i giapponesi, e se anche voi la penserete così senza fare troppe domande non avrete problemi.

Ma cominciamo dall’inizio.

Questi sono tutti i documenti e dispositivi che uno straniero (o un giapponese) dovrebbe avere per cominciare la propria vita funzionale in Giappone.

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Vediamo di che si tratta:

  • Contratto di affitto
  • Tessera trasporti pubblici “Suica”
  • Residence card
  • Certificati di residenza
  • Tessera sanitaria
  • Hanko
  • Conto in banca
  • Contratto di telefonia mobile
  • Meishi (biglietto da visita)

L’ultimo documento citato non è necessario legalmente ma obbligatorio “eticamente”: bisognerebbe esserne sempre provvisti per poterlo scambiare prima di poter conoscere qualsiasi personalità.

Dalla mia esperienza personale, per ottenere tutto questo ho dovuto attendere poco meno di due mesi, se si considera che 1 mese è stato necessario solo per il visto, allora non è poi molto.

Ricordatevi solo, come già preannunciato, che in Giappone si deve seguire la procedura, e se non lo si fa non si ottiene (quasi) mai quello che ci serve, anche quando si tratta di una banalità: se fate qualcosa che non sta scritto in nessun regolamento, anche se ovvio, non avrete mai esito positivo.

Perciò anche io ordinerò tutto quello che ho ottenuto in base cronologica e spiegando passo passo cosa si deve fare per ottenerla.

CONTRATTO DI AFFITTO

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La prima cosa di cui avrete bisogno una volta arrivati a Tokyo sarà un contratto di affitto: vi renderete conto che fatta eccezione per le “gaijinhausu” ovvero le case per stranieri, non sarà possibile stipulare nessun contratto di affitto (questo potrà avvenire anche quando sarete in regola con tutti i documenti, alcuni giapponesi conservatori non affittano case a stranieri anche se inseriti nel sistema Giappone).

Quindi dovrete ripiegare su agenzie immobiliari che affittano a stranieri.

Ce ne sono molte, la mia scelta personale è ricaduta su una casa condivisa proposta da “Sakura House“, locata in posizione centralissima tra Shinjuku e Shibuya, con stazione metro a 2 minuti, JR a 5 minuti, supermercato a 3 minuti.

Per firmare il contratto avrete bisogno di passaporto, contanti (o carta di credito Visa/Mastercard) per pagare il primo mese più la cauzione, e praticamente niente di più.

Attualmente sto pagando 45.000¥ al mese.

Vi parlerò più nello specifico di questa sistemazione in un articolo successivo.

TESSERA TRASPORTI PUBBLICI SUICA

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Spostarsi a Tokyo è costoso e può essere estremamente complesso: le stazioni sono spesso gigantesche, e trovare l’uscita esatta qualche volta è un’impresa, se poi dobbiamo perdere ulteriori 5 minuti per viaggio (ed in Giappone il tempo è importantissimo) per calcolare la nostra tariffa, potremmo pensare di dotarci della carta dei trasporti pubblici SUICA.

Io il primo periodo evitavo la metro ed il treno di superficie per il costo spropositato (170¥ per una corsa singola in metro, 160¥ per la JR) e così arrivavo a percorrere in media oltre 10km al giorno a piedi, arrivando fino al record di 21km; ma prima o poi avrei dovuto organizzarmi per accorciare i tempi e così ho acquistato la carta.

A fronte di un deposito di 500¥ questa prepagata che si ricarica agli stessi sportelli dove si fa il biglietto vi permetterà di entrare ed uscire dalla stazione semplicemente avvicinandola al lettore magnetico presso i cancelletti automatici.

Oltre a questa comodità, questa tessera vi regala uno sconto di circa il 4% su ogni corsa.

RESIDENCE CARD/VISTO

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Dal 2011 il sistema dei visti è cambiato profondamente in Giappone, e al posto del cartaceo da applicare sul passaporto adesso si viene solo forniti della Residence Card.

Parlo per esperienza personale e riporto alcuni obblighi da perseguire a norma di legge.

Io ho ottenuto il mio visto/Residence Card in Giappone, senza uscire per fare l’applicazione da un consolato estero, consegnando tutta la documentazione necessaria all’Ufficio dell’Immigrazione.

In primis si deve ottenere il Certificato di Eleggibilità, ed il mio è stato supportato dalla compagnia per la quale lavoro, che ha fornito la documentazione necessaria, io da parte mia ci ho messo una fototessera, copia del passaporto e circa 350¥ di francobolli più una busta.

Dopo sole due settimane (a fronte dei quasi 2 mesi preventivati) arriva il certificato, vado a ritirarlo contestualmente alla documentazione per il rilascio della tessera, che una volta richiesta impiega solo una settimana ad essere pronta al ritiro; stavolta pago 4000¥ in francobolli più una fototessera.

Il gioco è fatto!

PREREQUISITI:

  • Rispondenza ai requisiti per ottenimento certificato eleggibilità

CERTIFICATI DI RESIDENZA

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Pensavo fosse finita, ed invece no: la Residence Card va registrata presso l’ufficio della città speciale di appartenenza.

Tokyo è fatta di 23 città speciali per essere meglio amministrata, ed io risiedo nel comune di Shibuya, così mi presento allo sportello con la tessera e faccio registrare il mio indirizzo sul retro, coadiuvato da personale english-speaker sempre gentilissimo.

In pochi minuti ottengo la registrazione e l’emissione di due certificati di residenza diversi (richiedete espressamente il juuminhyou, che altrimenti non rilasciano ma è spesso necessario), che possono servire in occasione della registrazione di un conto in banca, o della stipula del contratto di telefonia, affitto etc.

Costo totale 300¥ per uno dei due certificati.

PREREQUISITI:

  • Residence card

TESSERA SANITARIA

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Il sistema sanitario giapponese prevede l’applicazione al NHI (National Health Insurance) che è un’assicurazione di base sulla sanità, fornita a livello statale.

Questa ha un costo variabile in base al reddito, non ha costi di attivazione e copre il 70% delle spese mediche, che queste siano causate dall’acquisto di medicinali o dal pagamento di una visita medica/intervento.

Per il restante 30% dovrete provvedere da soli, oppure dovrete fornirvi di una assicurazione addizionale stipulata privatamente.

Io adesso pago 1080¥ al mese per il servizio, non avendo reddito, e continuerò a pagare la cifra minima fino a giugno 2016, quando comparirà per la prima volta nella dichiarazione dei redditi il mio reddito dell’anno precedente; da allora in poi, se non ho capito male, dovrei pagare comunque meno di 4000¥ al mese.

Per usufruire del 70% di copertura basterà mostrare la tessera al momento della necessità.

Per quanto riguarda il medico di base, qua non esiste, ci si dovrà riferire a cliniche private che praticamente sono ambulatori dove poter fare le prime visite per poi essere redirezionati da specialisti, oppure in casi gravi dirigerci direttamente all’ospedale (evitate, se potete, l’ambulanza, non immaginate quanto siano lente qua in Giappone, arriverebbe quando siete già trapassati).

Spesso c’è personale english-speaker ma per averne la sicurezza basterà consultare le liste fornite dalla NHI ordinate per città speciale.

PREREQUISITI:

  • Residence card

HANKO

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Ecco una cosa che difficilmente noi occidentali capiamo: il timbro personale.

Ma non bastava la firma, semplicemente? No. E perché? Perché no.

Niente domande, siamo in Giappone e quello che si deve fare va semplicemente fatto senza chiedersi perché.

Così ho ordinato il mio hanko presso una cartoleria, fornendo i caratteri necessari (nel mio caso リストリ ovvero ri-su-to-ri) e pagando anticipatamente circa 3700¥ per un timbro di 10mm di diametro in legno; per i timbri ufficiali sono ammessi solo materiali duri e non alterabili, e le dimensioni sono specifiche.

Dopo una settimana è arrivato il timbro, con 108¥ ho acquistato una custodia con tampone di inchiostro e con altri 400¥ in comune mi hanno fornito della certificazione e della tessera formato carta di credito necessaria stampata su carta e della tessera da accompagnare al timbro, nel tempo di 10 minuti.

Questo serve per “firmare” i documenti importanti quali la registrazione del conto in banca, il contratto di telefonia, affitto, e documenti meno importanti e non ufficiali all’interno della compagnia dove si lavora ad esempio.

Esistono anche diversi tipi di inchiostro, ma per i documenti ufficiali è valida solo una tonalità di rosso specifica.

PREREQUISITI:

  • Residence card
  • Certificati di residenza

CONTO IN BANCA

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Per essere pagati dalla propria compagnia bisognerà ovviamente possedere un conto in banca in Giappone.

La cosa non è semplicissima, perché avrete bisogno di presentarvi in banca con un “garante” giapponese, che nel mio caso è stata la compagnia stessa, che vi aiuti e vi “garantisca” appunto alla banca stessa.

Questo accade solo se aprite un conto in una banca classicamente giapponese come la Mitsubishi, la Mizuho etc., mentre non avrete molti problemi se aprirete  il conto in banche come la Shinsei o la Citybank, con vocazione più “occidentale”.

Il contratto è molto semplice, solo un foglio deve essere riempito, due timbri con l’hanko e sono a posto.

Il conto costa 0, posso aprirlo con 0¥ e non esistono tasse/bolli statali; contestualmente all’apertura del conto vengo fornito di cashcard (la carta rossa) che serve solamente per ritirare il contante dagli ATM, e tsuchou, il libretto da inserire nell’ATM o da consegnare allo sportello in banca per tenere traccia delle operazioni fatte sul conto (prelievi, versamenti etc.).

In più, mi sono fatto anche la carta di debito (il nostro bancomat) per 1080¥ all’anno, che però è gratuito se spendo meno di 10.000¥ al mese tramite suo utilizzo; questo funziona anche come carta di credito per pagamenti su internet.

PREREQUISITI:

  • Residence card
  • Certificati di residenza
  • Hanko (non sempre richiesto)
  • (impiego/salario mensile garantito – non sempre richiesto)

CONTRATTO DI TELEFONIA MOBILE

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Infine, oramai obbligati dal mondo della comunicazione moderna ad avere uno smartphone, mi sono diretto presso le tre compagnie principali di telefonia giapponese (Softbank, AU, Docomo) per capire quali fossero le differenze, le tariffe ed i dispositivi offerti.

Praticamente hanno tutti le stesse tariffe, molto ma molto costose, la differenza sta nei dispositivi offerti principalmente, e nella copertura.

Ho scelto NTT Docomo perché leggermente più vantaggiosa di Softbank, e con circa 7.000¥ al mese ho chiamate illimitate in Giappone verso tutte le compagnie telefoniche, e 2Gb di internet (qua in Giappone la rete 4G LTE è velocissima, spesso più delle WiFi, perciò bisognerà stare attenti al consumo dei dati).

In più, ho l’uso gratuito di uno smartphone della loro gamma, io ho preso uno smartphone base (Samsung Galaxy J, non venduto in Europa) a 0¥ al mese che per i miei canoni è già di fascia alta (caratteristiche praticamente pari ad un Galaxy S4).

PREREQUISITI:

  • Residence card
  • Certificati di residenza
  • Conto in banca
  • Hanko

Quindi insomma, se si hanno tutte le carte in regola, si va dritti come un treno, ma se manca una virgola si possono patire le pene dell’inferno: i giapponesi sono micidiali quando si tratta di gestire situazioni preconfigurate, ma quando qualcosa non è come da procedura, pur banale che sia quel qualcosa, vanno nel pallone.

E adesso, nuovo anno nuova vita, si parte!!!

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Categories: 2015, Burocrazia, Giappone

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